CINEFORUM “IL PRANZO DI BABETTE”

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Nel matrimonio è bene avere cura della gioia dell’amore. […] La gioia di tale amore contemplativo va coltivata. Dal momento che siamo fatti per amare, sappiamo che non esiste gioia maggiore che nel condividere un bene: «Regala e accetta regali, e divertiti» (Sir 14,16). Le gioie più intense della vita nascono quando si può procurare la felicità degli altri, in un anticipo del Cielo. Va ricordata la felice scena del film Il pranzo di Babette, dove la generosa cuoca riceve un abbraccio riconoscente e un elogio: «Come delizierai gli angeli!». È dolce e consolante la gioia che deriva dal procurare diletto agli altri, di vederli godere. Tale gioia, effetto dell’amore fraterno, non è quella della vanità di chi guarda sé stesso, ma quella di chi ama e si compiace del bene dell’amato, che si riversa nell’altro e diventa fecondo in lui.” (n° 129)

Quanto amore, quanta ricerca della felicità altrui ci può essere nella bellezza della tavola, nella cura dell’apparecchiatura e nel cucinare manicaretti per i nostri cari! E’ una manifestazione d’amore, che contribuisce alla costruzione della famiglia.

LA LETTERA DI BARI. PER UNA EDUCAZIONE DIGITALE DELLA FAMIGLIA

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Abbiamo dato vita al Forum “Bambini e mass media”, perché abbiamo un

sogno da condividere con chi vuole che i mezzi della comunicazione sociale

preferiscano sempre la realtà al racconto irreale, che rischia di imporre

l’omologazione di una logica mercantile al senso dell’umano.

Abbiamo il sogno di una comunicazione che abbia coscienza di informare le

persone prima che conquistare i consumatori.

Abbiamo il sogno di una informazione che sappia dialogare invece che ammaliare e convincere.

Abbiamo il sogno di una comunicazione che usi la manipolazione solo come

forma di un contenuto autentico e libero.

Abbiamo il sogno di una comunicazione che illumini il mondo con la bellezza

delle parole, consapevole di formare menti e coscienze.

Abbiamo il sogno di una comunicazione che si preoccupi della buona educazione sempre.

Abbiamo il sogno di una comunicazione sociale fondata sul rispetto, che sappia

rivolgersi a chi ascolta, legge, osserva con l’attenzione che si deve ad ogni

persona, e che si ricordi sempre che parlare alla massa significa parlare in

realtà ad uno ad uno.

Abbiamo il sogno di una comunicazione sociale che sappia fondarsi sulla

fiducia tra le persone e rivolgersi alla intelligenza di ognuno contemporaneamente ai sensi e all’emotività. Una comunicazione che sia

immagine e parola di verità e, quindi, riflessione critica e considerazione.

Abbiamo il sogno di una comunicazione sociale che non urli, che ci alieni dalla

fretta e dalla improvvisazione, che sappia cercare e trovare le parole giuste per

raccontare anche l’orrendo e l’irraccontabile.

Abbiamo il sogno che di questi temi si parli più spesso non solo tra gli addetti

ai lavori, né tantomeno per dettare regole, il più delle volte disattese.

Abbiamo bisogno che nel tam tam mediatico e crossmediale i bambini e gli

adolescenti siano la stella polare del linguaggio che si usa, perché sono

fruitori-protagonisti come gli altri (se non più degli altri) e hanno diritto a

conoscere, capire, interpretare, essere educati e formati ad essere cittadini del

mondo, giusti e veri.

Bari, 24 marzo 2014

Terremoto centro Italia Vicinanza ed impegno Caritas

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«La Chiesa che è in Italia – hanno scritto in un comunicato i Vescovi italiani – si raccoglie in preghiera per tutte le vittime ed esprime fraterna vicinanza alle popolazioni coinvolte in questo drammatico evento. Le diocesi, la rete delle parrocchie, degli istituti religiosi e delle aggregazioni laicali sono invitate ad alleviare le difficili condizioni in cui le persone sono costrette a vivere». E in conseguenza al sisma la Presidenza della CEI ha disposto l’immediato stanziamento di 1 milione di euro dai fondi dell’otto per mille per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali.

«Abbiamo stanziato una prima cifra di 100mila euro per provvedere alle necessità più impellenti e siamo in costante contatto con le Caritas diocesane di Rieti, Fermo ed Ascoli Piceno per monitorare i bisogni più urgenti, per poi convogliare gli aiuti nelle zone da cui ci provengono le richieste», ricorda don Soddu di Caritas Italiana. «In questo momento è fondamentale non intralciare l’azione di primo soccorso coordinata dalla Protezione civile – prosegue – . Diverse Caritas diocesane hanno messo a disposizione locali per l’accoglienza degli sfollati e là dove possibile sono vicine ai feriti per un servizio di ascolto, prossimità e prima assistenza».

 

La Presidenza della CEI ha inoltre indetto una colletta nazionale, da tenersi in tutte le Chiese italiane domenica 18 settembre 2016, in concomitanza con il 26° Congresso Eucaristico Nazionale, come frutto della carità che da esso deriva e di partecipazione di tutti ai bisogni concreti delle popolazioni colpite. «Un segno concreto – ha sottolineato don Francesco Soddu – di comunione e di vicinanza delle Chiese che sono in Italia a quanti sono stati colpiti da questa tragedia».

Le offerte raccolte dovranno essere inviate a Caritas Italiana, Via Aurelia 796 – 00165 Roma, utilizzando il conto corrente postale n. 347013 o mediante bonifico bancario su Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113 specificando nella causale “Colletta terremoto centro Italia”.

È possibile contribuire anche tramite altri canali, tra cui:

on line (causale “Terremoto centro Italia”)

Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474

Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013

UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119.

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PER CHI DESIDERA CONTRIBUIRE CON OFFERTE, PUÒ RIVOLGERSI PRESSO L’UFFICIO PARROCCHIALE.  

d.Vito e d. Filippo

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LA PAROLA DEL VESCOVO

Carissimi,

stiamo partecipando tutti con dolore alle sofferenze di tanti nostri fratelli e sorelle del Centro Italia, colpiti dal terremoto. La sofferenza dovuta alla perdita di persone care, alla distruzione della casa e allo smarrimento che ne deriva ci interpella come uomini e donne e come credenti a vivere la solidarietà.

È fondamentale innanzitutto vivere il servizio della preghiera. Essa ci inserisce in quella fraternità che nasce dall’essere figli di Dio. In questi giorni, le persone colpite dal sisma e anche noi ci stiamo ponendo domande importanti sul senso della vita e della storia dell’umanità, domande che non possono trovare risposte immediate, ma che richiedono silenzio e ascolto. La preghiera è entrare in comunione con Dio e con i fratelli, è intercedere per conoscere la volontà di Dio. Pertanto, già dalla prossima domenica è importante pregare con questa intenzione, durante la preghiera dei fedeli (alcune intenzioni di preghiera sono presenti nell’allegato)

Nello stesso tempo, i Vescovi italiani hanno indetto una colletta nazionale per domenica 18 settembre, in occasione della conclusione del Congresso eucaristico Nazionale a Genova. Tutte le comunità parrocchiali sono chiamate ad esprimere la carità operosa come frutto che nasce dall’Eucaristia. Le offerte raccolte saranno consegnate con sollecitudine e tempestività presso l’Ufficio Economato della nostra Diocesi.

Inoltre, la CEI, attraverso Caritas Italiana, sta monitorando i bisogni impellenti delle popolazioni colpite dal terremoto e sta coordinando la rete di aiuti e di sostegno. È importante non agire autonomamente, con iniziative spontanee che alle volte rischiano anche di generare confusione. In queste senso, attendiamo altre linee operative in merito ad eventuali altri aiuti e a forme di volontariato presso gli stessi territori.

Sentiamoci tutti impegnati nel vivere la prossimità verso questi nostri fratelli, testimoniando il dono della misericordia.

Tutti vi benedico. Conversano, 26 agosto 2016

 

+ Giuseppe Favale

Vescovo di Conversano – Monopoli

INDULGENZA PLENARIA FESTA S. ANTONIO 2016

decretum ind.

Prot. N. 525/16/I

 

DECRETO

 

La Penitenzieria Apostolica, in virtù delle facoltà che in modo specialissimo le sono state concesse dal Santissimo Padre in Cristo Francesco, per divina provvidenza Papa,  concede benignamente all’eccellentissimo  vescovo di Conversano – Monopoli che, in occasione dell’Anno Santo della Misericordia, nella festa di Sant’Antonio da Padova, dopo la celebrazione del divino Sacrificio nella stessa chiesa parrocchiale di Sant’Antonio a Monopoli, egli possa impartire a tutti i fedeli in Cristo presenti, che abbiano presenziato ai riti sacri con autentica contrizione e spinti da carità, la BENEDIZIONE PAPALE con l’annessa INDULGENZA PLENARIA, da lucrare secondo le consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione Eucaristica e preghiera per le intenzioni del Sommo Pontefice).

In più, nei giorni 12 e 13 GIUGNO i fedeli della parrocchia potranno lucrare l’indulgenza plenaria se avranno recato visita all’immagine del celeste Patrono, esposta alla pubblica venerazione nella chiesa parrocchiale, e lì avranno preso parte alle sacre funzioni o almeno abbiano rivolto preghiere a Dio Misericordioso per la propria fede alla vocazione cristiana, per chiedere vocazioni sacerdotali e religiose, per difendere l’istituto della famiglia terrena, concludendo con il Padre Nostro, il Credo e le litanie alla Beata Vergine Maria e Sant’Antonio.

I devoti fedeli in Cristo impediti dalla vecchiaia, dalla malattia o da altra grave causa, otterranno parimenti l’indulgenza plenaria se, concepita l’esecrazione dei propri peccati e con l’intenzione di compiere, non appena possibile, le tre consuete condizioni, sia siano congiunti spiritualmente alle celebrazioni, davanti ad un’altra piccola immagine di Sant’Antonio in quegli stessi giorni, offrendo con le preghiere i propri dolori o le sofferenze della propria vita a Dio Misericordioso.

Affinché quindi questo accesso al conseguimento della grazia divina attraverso le chiavi della Chiesa si compia più facilmente grazie alla carità pastorale, questa Penitenzieria raccomanda fortemente al Parroco di offrirsi in quegli stessi giorni con animo pronto e generoso alla celebrazione della Confessione e all’ amministrazione della Comunione agli infermi. La presente ha valore per questa ricorrenza.

Nonostante qualunque disposizione contraria.

Dato a Roma, negli uffici della Penitenzieria Apostolica, il giorno 21 del mese di maggio, anno della Divina Incarnazione 2016.

Card. Mauro Piacenza, penitenziere maggiore

Cristoforo Nykiel, reggente

 

Che cos’è l’indulgenza?

E’ l’espressione dell’amore indulgente e misericordioso di Dio nei confronti dell’uomo peccatore. L’indulgenza è la remissione della pena temporale per i peccati già “perdonati” da Dio attraverso la Confessione.

La teologia cattolica insegna che ogni nostro peccato ha duplice conseguenza:

-genera una colpa che è rimessa all’assoluzione sacramentale nella Confessione, attraverso cui il peccatore è rimesso allo stato di grazia e alla comunione con Dio.

-comporta una pena che permane oltre l’assoluzione. L’uomo peccatore, pur riconciliato con Dio, è ancora segnato da quei “residui” del peccato che non lo rendono totalmente aperto alla grazia.

In particolare, la pena temporale può essere scontata sulla terra con preghiere e penitenze, con opere di carità e con l’accettazione delle sofferenze della vita. Per estinguere il debito della pena temporale la Chiesa permette ai fedeli battezzati di accedere alle indulgenze. L’indulgenza può essere parziale (è solo un passo nel cammino di purificazione) o plenaria, totale (com’è quella giubilare), perché è una grazia straordinaria che guarisce completamente l’uomo, facendone una nuova creatura.
Come si ottiene l’indulgenza?

L’indulgenza plenaria è concessa in occasione della Solennità di Sant’Antonio dai Primi Vespri (domenica sera) a tutta la giornata del 13 giugno, al cristiano che segue questi comportamenti:

Primo, ci si deve accostare con cuore contrito al sacramento della Penitenza (anche nei giorni precedenti)

Visita alla chiesa di S. Antonio. Nel visitare la chiesa di S. Antonio si deve partecipare alla Santa Messa, alla Comunione Eucaristica e alla Professione di fede, la preghiera personale conclusa col “Padre nostro”, la Preghiera a Maria Madre della Misericordia. Tutto secondo le intenzioni del Papa, a testimonianza di comunione con tutta la Chiesa.

In terzo luogo, ci si deve impegnare in opere di misericordia e penitenza che esprimano la conversione del cuore.

 

Accogliamo il nostro nuovo pastore Mons. Giuseppe Favale

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Francesco Vescovo Servo dei Servi di Dio al diletto figlio Giuseppe Favale, del Clero della Diocesi di Castellaneta, finora Direttore spirituale nel Pontificio Seminario Regionale Pugliese, eletto Vescovo di Conversano – Monopoli, salute e apostolica benedizione!
Con tutto il cuore lodiamo il Signor Nostro Gesù Cristo, che venne per servire e fare del bene a tutti, e a Lui affidiamo umilmente i fedeli di tutto il mondo, considerando attentamente le loro necessità pastorali.
Dal momento che la diletta sede episcopale di Conversano – Monopoli, che vanta una storia antica e insigni monumenti, è in attesa di un nuovo pastore, dopo che il venerato Fratello Domenico Padovano ha presentato la rinuncia, abbiamo pensato a te, figlio amato.
Tu, infatti, nella tua diocesi nativa di Castellaneta ti sei sempre alacremente adoperato, rivestendo anche compiti di grande responsabilità, quali la cura parrocchiale della Chiesa Cattedrale e l’ufficio di Vicario generale, mostrando zelo apostolico nell’annunzio del Vangelo e competenza nel campo amministrativo. In questi ultimi anni, poi, hai guidato con saggezza e pietà il progresso spirituale degli alunni del Seminario Pio XI in Molfetta.
Per questo Ci sembri idoneo ad assumere anche l’ufficio episcopale e a guidare saggiamente i fedeli in una parte del Popolo di Dio. Ascoltato, perciò, il consiglio della Congregazione per i Vescovi, nella pienezza della Nostra Potestà Apostolica, ti costituiamo Vescovo di Conversano – Monopoli, con tutti i dovuti diritti e con i relativi doveri. Potrai ricevere ovunque Tu voglia fuori dell’Urbe l’ordinazione episcopale, con l’osservanza delle norme liturgiche. Ma prima dovrai emettere la professione di fede e giurare fedeltà verso di Noi e verso i Nostri Successori, secondo le leggi e le norme della Chiesa. Vogliamo che tu renda noto al Clero e al popolo della tua Diocesi questo Nostro Decreto e invitiamo tutti costoro perché, sotto la tua guida, adempiano fedelmente la volontà di Cristo nella vita quotidiana.
Esortiamo infine anche te, Figlio amato, affinché – tenendo ben presente il tuo motto episcopale guardate al Signore – guidi, per l’intercessione della Beata Vergine Maria della Fonte e dei Santi Flaviano, martire, e Francesco da Paola, la tua comunità ecclesiale con rettitudine e solerzia, proclamando a tutti la Misericordia Divina.
Dato a Roma, presso San Pietro, 5 febbraio 2016, terzo del Nostro Pontificato.

Francesco PP.

SETTIMANA DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA 53ª GIORNATA MONDIALE
DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

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La Chiesa, madre di vocazioni

Cari fratelli e sorelle,

come vorrei che, nel corso del Giubileo Straordinario della Misericordia, tutti i battezzati potessero sperimentare la gioia di appartenere alla Chiesa! E potessero riscoprire che la vocazione cristiana, così come le vocazioni particolari, nascono in seno al popolo di Dio e sono doni della divina misericordia. La Chiesa è la casa della misericordia, ed è la “terra” dove la vocazione germoglia, cresce e porta frutto.

Per questo motivo invito tutti voi, in occasione di questa 53ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, a contemplare la comunità apostolica, e a ringraziare per il ruolo della comunità nel cammino vocazionale di ciascuno. Nella Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia ho ricordato le parole di san Beda il Venerabile, riferite alla vocazione di san Matteo: «Miserando atque eligendo» (Misericordiae Vultus, 8). L’azione misericordiosa del Signore perdona i nostri peccati e ci apre alla vita nuova che si concretizza nella chiamata alla sequela e alla missione. Ogni vocazione nella Chiesa ha la sua origine nello sguardo compassionevole di Gesù. La conversione e la vocazione sono come due facce della stessa medaglia e si richiamano continuamente in tutta la vita del discepolo missionario.

Il beato Paolo VI, nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, ha descritto i passi del processo dell’evangelizzazione. Uno di essi è l’adesione alla comunità cristiana (cfr n. 23), quella comunità da cui ha ricevuto la testimonianza della fede e la proclamazione esplicita della misericordia del Signore. Questa incorporazione comunitaria comprende tutta la ricchezza della vita ecclesiale, particolarmente i Sacramenti. E la Chiesa non è solo un luogo in cui si crede, ma è anche oggetto della nostra fede; per questo nelCredo diciamo: «Credo la Chiesa».

La chiamata di Dio avviene attraverso la mediazione comunitaria. Dio ci chiama a far parte della Chiesa e, dopo una certa maturazione in essa, ci dona una vocazione specifica. Il cammino vocazionale si fa insieme ai fratelli e alle sorelle che il Signore ci dona: è una con-vocazione. Il dinamismo ecclesiale della chiamata è un antidoto all’indifferenza e all’individualismo. Stabilisce quella comunione nella quale l’indifferenza è stata vinta dall’amore, perché esige che noi usciamo da noi stessi ponendo la nostra esistenza al servizio del disegno di Dio e facendo nostra la situazione storica del suo popolo santo.

In questa Giornata, dedicata alla preghiera per le vocazioni, desidero esortare tutti i fedeli ad assumersi le loro responsabilità nella cura e nel discernimento vocazionale. Quando gli apostoli cercavano uno che prendesse il posto di Giuda Iscariota, san Pietro radunò centoventi fratelli (cfr At 1,15); e per la scelta dei sette diaconi, fu convocato il gruppo dei discepoli (cfr At 6,2). San Paolo dà a Tito criteri specifici per la scelta dei presbiteri (Tt 1,5-9). Anche oggi, la comunità cristiana è sempre presente nel germogliare delle vocazioni, nella loro formazione e nella loro perseveranza (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 107).

La vocazione nasce nella Chiesa. Fin dal sorgere di una vocazione è necessario un adeguato “senso” della Chiesa. Nessuno è chiamato esclusivamente per una determinata regione, né per un gruppo o movimento ecclesiale, ma per la Chiesa e per il mondo. «Un chiaro segno dell’autenticità di un carisma è la sua ecclesialità, la sua capacità di integrarsi armonicamente nella vita del Popolo santo di Dio per il bene di tutti» (ibid.,130). Rispondendo alla chiamata di Dio, il giovane vede espandersi il proprio orizzonte ecclesiale, può considerare i molteplici carismi e compiere così un discernimento più obiettivo. La comunità diventa, in questo modo, la casa e la famiglia dove nasce la vocazione. Il candidato contempla grato questa mediazione comunitaria come elemento irrinunciabile per il suo futuro. Impara a conoscere e amare fratelli e sorelle che percorrono cammini diversi dal suo; e questi vincoli rafforzano in tutti la comunione.

La vocazione cresce nella Chiesa. Durante il processo di formazione, i candidati alle diverse vocazioni hanno bisogno di conoscere sempre meglio la comunità ecclesiale, superando la visione limitata che tutti abbiamo all’inizio. A tale scopo è opportuno fare qualche esperienza apostolica insieme ad altri membri della comunità, per esempio: accanto ad un buon catechista comunicare il messaggio cristiano; sperimentare l’evangelizzazione delle periferie insieme ad una comunità religiosa; scoprire il tesoro della contemplazione condividendo la vita di clausura; conoscere meglio la missione ad gentes a contatto con i missionari; e con i preti diocesani approfondire l’esperienza della pastorale nella parrocchia e nella diocesi. Per quelli che sono già in formazione, la comunità ecclesiale rimane sempre l’ambito educativo fondamentale, verso cui si sente gratitudine.

La vocazione è sostenuta dalla Chiesa. Dopo l’impegno definitivo, il cammino vocazionale nella Chiesa non finisce, ma continua nella disponibilità al servizio, nella perseveranza, nella formazione permanente. Chi ha consacrato la propria vita al Signore è disposto a servire la Chiesa dove essa ne abbia bisogno. La missione di Paolo e Barnaba è un esempio di questa disponibilità ecclesiale. Inviati in missione dallo Spirito Santo e dalla comunità di Antiochia (cfr At 13,1-4), ritornarono alla stessa comunità e raccontarono quello che il Signore aveva fatto per mezzo loro (cfr At 14,27). I missionari sono accompagnati e sostenuti dalla comunità cristiana, che rimane un riferimento vitale, come la patria visibile che offre sicurezza a quelli che compiono il pellegrinaggio verso la vita eterna.

Tra gli operatori pastorali rivestono una particolare importanza  i sacerdoti. Mediante il loro ministero si fa presente la parola di Gesù, che ha detto: «Io sono la porta delle pecore […] Io sono il buon pastore» (Gv 10,7.11). La cura pastorale delle vocazioni è una parte fondamentale del loro ministero pastorale. I sacerdoti accompagnano coloro che sono alla ricerca della propria vocazione, come pure quanti già hanno offerto la vita al servizio di Dio e della comunità.

Tutti i fedeli sono chiamati a rendersi consapevoli del dinamismo ecclesiale della vocazione, perché le comunità di fede possano diventare, sull’esempio della Vergine Maria, seno materno che accoglie il dono dello Spirito Santo (cfr Lc 1,35-38). La maternità della Chiesa si esprime mediante la preghiera perseverante per le vocazioni e con l’azione educativa e di accompagnamento per quanti percepiscono la chiamata di Dio. Lo fa anche mediante un’accurata selezione dei candidati al ministero ordinato e alla vita consacrata. Infine, è madre delle vocazioni nel continuo sostegno di coloro che hanno consacrato la vita al servizio degli altri.

Chiediamo al Signore di concedere a tutte le persone che stanno compiendo un cammino vocazionale una profonda adesione alla Chiesa; e che lo Spirito Santo rafforzi nei Pastori e in tutti i fedeli la comunione, il discernimento e la paternità e maternità spirituale.

Padre di misericordia, che hai donato il tuo Figlio per la nostra salvezza e sempre ci sostieni con i doni del tuo Spirito, concedici comunità cristiane vive, ferventi e gioiose, che siano fonti di vita fraterna e suscitino fra i giovani il desiderio di consacrarsi a Te e all’evangelizzazione. Sostienile nel loro impegno di proporre una adeguata catechesi vocazionale e cammini di speciale consacrazione. Dona sapienza per il necessario discernimento vocazionale, così che in tutto risplenda la grandezza del tuo amore misericordioso. Maria, Madre ed educatrice di Gesù, interceda per ogni comunità cristiana, affinché, resa feconda dallo Spirito Santo, sia fonte di genuine vocazioni al servizio del popolo santo di Dio.

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